La primavera è il momento del risveglio della natura e ci regala anche tante prelibatezze come i vartìs, ovvero i germogli del luppolo selvatico.
Fin da piccola ho sempre amato piante e i fiori selvatici e scoprire le loro particolarità e utilizzi. La cucina “povera”, quella dei nostri nonni, ne era ricca e trovo sia interessante recuperarla. Anche questo fa parte della nostra cultura ed è importante riscoprire le cose semplici di un tempo.
È stata proprio mia nonna a insegnarmi come riconoscere i vartìs. Per lei erano asparagi selvatici, infatti un po’ li ricordano. In estate, però, questa pianta svela la sua reale identità, ovvero di luppolo selvatico. Con cui è possibile realizzare birra artigianale.
Ma dove li troviamo?
Il luppolo selvatico cresce negli ambienti freschi, principalmente sulle rive dei corsi d’acqua, ai margini dei boschi. Lo trovate aggrovigliato a piante, siepi e rovi. Cresce fino a 1200mt se il clima non è troppo ventoso e umido. Il consiglio, se volete utilizzarli, è di raccoglierli il più possibile lontano dalle strade trafficate. In questo modo saranno sicuramente molto più sani.
Come raccoglierli e riconoscerli
Una cosa che mi ha aiutata tantissimo per imparare a riconoscerli è rendermi conto che, al tatto, il fusto del germoglio non è liscio, ma rilascia una sensazione leggermente urticante perché ricoperto da una peluria. Ma non preoccupatevi non è assolutamente urticante. Anche se io preferisco utilizzare guanti, quando ne raccolgo in abbondanza, perché per le mie mani è leggermente irritante.
Se ne raccolgono le cime, per una lunghezza di 10-15 cm.
Quali sono le sue proprietà?
I germogli del luppolo selvatico sono ipocalorici e hanno proprietà tonificanti, rilassanti, rinfrescanti, digestive, diuretiche e lassative. E’ un alleato per il mal di testa, insonnia, problemi intestinali soprattutto quando a causarli sono stress e tensione.
E in cucina?
Come l’asparago, che appunto ricorda, i vartìs sono utilizzati per i risotti. Ma sono perfetti per isalatine, frittate, ripieni, zuppe e minestre. Io li apprezzo anche come contorno, lessati per una decina di minuti e conditi con olio, sale e limone o anche passati in padella con un filo d’olio e uno spicchio di aglio.
Nella vostra zona come si chiama?
I germogli del luppolo selvatico sono chiamati in modo differente da regione a regione: aspargina, bruscandolo, luartis, luvertìn, lavertìn, luperi, vidisone, urtizon, bertüçi, viticedda, tavarini.
Anche Ugo Foscolo in “Le utlime lettere di Jacopo Ortis” racconta il momento della cena nelle campagne venete con le donne intente a servire la minestra di “bruscandoli”.
Noi de la valle delle Favole abbiamo preparato per voi una ricetta speciale. O meglio l’ha preparata la nostra amica Annamaria Losi, conosciuta anche come Chez Marie.
Questo capolavoro l’ha chiamato Saint Jaques e Vartìs